“Le scrivo per ringraziarla moltissimo… per la grande professionalità e attenzione.”
Quando nel 2007, alla tenera età di 42 anni, presi la decisione di dare le dimissioni per diventare una traduttrice freelance, con specializzazione nel settore legale, avevo l’incrollabile certezza che il mio solido bagaglio lavorativo e il mio eclettismo mentale sarebbero bastati a fare di me, facilmente e velocemente, una professionista affermata.
Ovviamente mi sbagliavo: ciò che avevo imparato traducendo contratti o atti societari nei lunghi anni di lavoro, impallidiva di fronte al mare magnum che lo studio del diritto mi svelava, ai settori che si moltiplicavano in modo quasi esponenziale, alle profonde diversità tra i sistemi di common law e di civil law.
Eppure, nel corso degli anni, il diritto mi ha letteralmente “catturato”, ha suscitato e continua a suscitare in me una vera passione e un profondo rispetto, man mano che scopro l’universalità della sua portata: sociale, storica, filosofica, economica, la sua logica ferrea, ancorché affascinante, nel regolare l’attività umana in tutti i suoi aspetti.